Nel nome della madre

Hello carissimi amici. Come state? Io abbastanza bene dai. Ormai questa sessione è giunta a termine e a breve ci sarà l’inizio del nuovo anno accademico che per me sarà come se fosse il primo a tutti gli effetti. Ho fatto due anni di università online e questo sarà il primo in presenza che sarà una sfida enorme a causa di esami da recuperare e nuove esperienze. Vorrei tenere il passo con tutto ma è una cosa purtroppo per me assai complicata. Mi sono resa conto però che voglio dare un taglio netto con la me del passato per creare una nuova versione di me stessa. Voi pensate che sia possibile? Vi lascio con la recensione di oggi che guarda caso ha a che fare propriamente con il passato… 

Buona lettura a tutti 

TITOLO: Nel nome della madre

 AUTORE: Maria Cristina Grella

 EDITORE: Libro/ mania 

GENERE: thriller, giallo

 DATA DI PUBBLICAZIONE: 12 luglio 2022 

 NUMERO PAGINE: 317 

PREZZO: 16,00€ cartaceo; 5,00€ ebook

 VOTO: 4/5 

TRAMA: C’è oscurità nei ricordi di un bambino che adora una madre diversa da tutte le altre. È una fredda domenica di dicembre quando il corpo di una giovane donna viene ritrovato seminudo sulla spiaggia di Vietri sul mare. Si chiama Elena Schiano, è stata strangolata e il suo cadavere, avvolto in un vecchio plaid, è ricoperto solo da un dolcevita nero. Il commissario della polizia di Salerno Irene Bruno e la sua squadra iniziano a indagare e non tardano a individuare i collegamenti con altri omicidi irrisolti. Le vittime erano tutte future madri. Prostitute. Elena Schiano aveva un passato difficile e aspettava un figlio. In una città illuminata dallo spettacolo delle “Luci d’artista” e in preda alla frenesia degli acquisti di Natale, la caccia al killer negli ambienti degradati della zona diventa un’ossessione per Irene. Da quando è rimasta vedova, pochi mesi prima, il lavoro è diventato l’unico anestetico per affrontare i fantasmi di una vita: l’ombra del rapporto con la madre, i figli non avuti, i troppi silenzi sulla morte del marito. Un’indagine serrata per il commissario Irene Bruno, aiutata dal vice Andrea Tittarelli – trapiantato da Perugia in un Sud che non conosce e non capisce – e l’ispettrice Amina Najib. Un caso intricato che li costringe a rischiare la vita e a confrontarsi con gli istinti più atavici e oscuri dell’animo umano.
 COMMENTO PERSONALE: Ho scoperto questo libro molto casualmente e per una volta ho letto la trama che mi ha incuriosita. Credo che sia un buon inizio per un’autrice esordiente anche se rispetto agli altri pochi thriller che ho letto manca la suspence. Nel senso che l’autrice è stata davvero brava ma manca quel non so che ti faccia accapponare la pelle e che boh non so. Ma complessivamente mi è piaciuto e mi auguro con tutta me stessa che questa autrice continui nel suo percorso di scrittura e ci regali altre avventure autoconclusive. L’ispettore Irene è una donna che è letteralmente spezzata a causa della morte di suo marito di Giorgio. Da allora non si lascia più avvicinare dagli uomini, fatta eccezione per il suo vice Andrea con il quale ha un legame veramente speciale. Il caso di cui si dovrà occupare riguarda un killer professionista che uccide le donne incinte in modo piuttosto macabro. Nella lettura del libro si scopre l’origine e questa frenesia di voler uccidere queste donne e non solo…uccide anche le gatte svezzandole. Potete immaginare di chi io stia parlando effettivamente? Beh se non lo avete letto ci arriverete difficilmente. La narrazione avviene nell’arco di qualche giorno ma quello che mi ha affascinato è leggere effettivamente il dialetto. L’ambientazione è Salerno e conseguentemente alcuni personaggi dialogano in dialetto. Ammetto che mi faccia un po' strano ma al tempo stesso sono davvero lieta. Irene sarà aiutata da diverse persone e per scovare questo assassino beh… ci sarà da sudare parecchio. Un altro colpo le arriva verso la fine del libro perché lei ha sempre desiderato un figlio, ma sfortunatamente ha sempre abortito. Un giorno le arriva la suocera in casa con una rivelazione piuttosto scottante che… basta, credo di avervi detto abbastanza. Spero di avervi incuriosito. E l’altra cosa fondamentale che ho adorato è il fatto che ci siano state delle protagoniste in rappresentanza della giustizia e raramente sono protagoniste (o almeno data la mia scarsa esperienza)

 Ed eccoci giunti al termine di una nuova narrazione. Le cose da fare sono tantissime e la voglia di leggere è altalenante. Ma anche se si barcolla… non si molla! Alla prossima avventura. Kicca

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