Beatrix Pezzati

Finalmente carissimi amici sono riuscita a portarvi una nuova intervista. Sembrano passati secoli dall’ultima volta che sono riuscita a portarne una ( e probabilmente questo fatto è vero).  Ma tra lo studio matto e disperatissimo, le recensioni in arretrato, i recuperoni mi pare di non aver più il tempo da dedicare a niente. Spero che la chiacchierata vi incuriosisca e che andiate a spulciare il suo libro.

Buona lettura a tutti.

BIOGRAFIA: Nata ad Ancona il 9 giugno 1973. Laureata in Lettere Moderne con Lode e Pubblicazione della tesi presso l'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Vive in Ancona dove insegna lettere nella Scuola Secondaria di Primo Grado. Amante della cultura e dello humour anglosassone. Appassionata della commedia romantica americana e della letteratura rosa. Si dedica alla scrittura per raccontare storie che permettano al lettore di evadere dalla routine del quotidiano con un sorriso e buoni sentimenti.

E adesso… via con le domande!

CHIARA: Come mai hai iniziato a scrivere?

BEATRIX: Ho sempre scribacchiato, ma l’idea di dedicarmi a un progetto più serio, come scrivere un romanzo, è scaturita dalla passione per la lettura. Libro dopo libro, ho sentito il bisogno di ricambiare l’incessante gratitudine che provo ogni volta nei confronti dell’autore. Come lui volevo anch’io vivere il libro non per ricevere emozioni, bensì per donarle. Questa è stata la molla per iniziare.

CHIARA: Visto che sei amante dello humor anglosassone cosa consigli di leggere o di vedere?

BEATRIX: Consiglio di leggere Jane Austen, Charles Dickens e Jerome K. Jerome. Di vedere le commedie americane degli anni Cinquanta e Sessanta, come A qualcuno piace caldo o A piedi nudi nel parco e seguire le sit com di successo come The Big Bang Theory o Due uomini e mezzo.

 

CHIARA: Ti aspettavi tutto questo calore?

BEATRIX: Sinceramente no. Ho ricevuto appunto tanto calore inaspettato, partecipazione alla storia, entusiasmo per la presenza del ricettario al suo interno, immedesimazione nella protagonista. Soprattutto voglio ringraziare le tante bookbloggers che fino ad oggi mi hanno recensito. Un grazie speciale e personale a ciascuna. Specie se penso che non ci conosciamo, non siamo amiche, siamo lontane perché ognuna ha la sua vita in città diverse dell’Italia. Il potere del libro ci ha fatto incontrare. Loro hanno letto e giudicato il mio lavoro, mettendo in luce fragilità e punti di forza, senza essere condizionate dalla conoscenza di me come persona. Si è creato così un rapporto di stima reciproca a livello professionale. Questa esperienza delle recensioni mi ha confermato che quando doniamo, riceviamo, sempre.

 

CHIARA: Ti ha influenzata qualche autore contemporaneo della letteratura rosa nella stesura del tuo testo? Se sì chi?

BEATRIX: Assolutamente sì. La mia musa ispiratrice è Sophie Kinsella.

 

CHIARA: Un augurio agli aspiranti scrittori

BEATRIX: Essere umili, pazienti e non arrendersi alle sconfitte, per realizzare non un sogno, ma un progetto.

 

CHIARA: Da cosa è nato il titolo?

BEATRIX: Il titolo è nato dopo l’ennesima revisione e riscrittura. L’ho cambiato quattro volte, questo è appunto l’ultimo. L’obiettivo era di farlo ricordare facilmente. Perciò doveva essere breve, capace di incuriosire sul cuore della vicenda: la fuga. Il fatto di scappare da se stessi, da qualcuno e da qualcosa. Chi nella propria vita non è mai scappato? Lo facciamo tante volte, anche senza accorgercene. 

 

CHIARA: Di tutte le ragazze in chi ti rispecchi maggiormente?

BEATRIX: Per le varie situazioni che le caratterizza, mi ritrovo un po’ in ciascuna. Vivono eventi o hanno pensieri del mondo femminile così comuni, che a chiunque può essere capitato di averne fatto esperienza. Se dovessi rispecchiarmi in una, scelgo la protagonista. Perché è un personaggio dinamico. Mentre Kimberly, Mizuki e Alisha sono se stesse dall’inizio alla fine della storia, cioè non cambiano, Emma invece ha una vera e propria evoluzione. Costretta a guardarsi dentro, ad ascoltare gli altri, trova la forza di riconoscere i suoi difetti ma anche i suoi pregi per potere ricominciare, nonostante tutto, e finalmente essere se stessa.

 

CHIARA: Come mai rappresentare la protagonista come vero e proprio casino ambulante?

BEATRIX: Il mio romanzo è anche ironico e nel genere comico-umoristico, per cercare la risata si utilizza spesso la tecnica del paradosso e dell’esagerazione. Inoltre ho voluto evidenziare che possiamo essere incapaci e sbagliare all’infinito, però è proprio quando siamo deboli che diventiamo forti. Quando Emma accetta di essere imperfetta, diventa “perfetta” e la sua vita prende la direzione giusta senza forzature. Noi non possiamo piegare la vita a nostro piacimento, ma dobbiamo sforzarci di viverla al meglio delle nostre capacità, consapevoli di essere dentro una divina avventura fatta di vette e abissi. Dove anche gli abissi, nel momento in cui riusciamo a dargli un senso, possono trasformarsi in vette meravigliose.

 

CHIARA: Volevi lasciare qualche messaggio ai tupi lettori?

BEATRIX: Sì, volentieri. Prendete la vita con leggerezza. Quella descritta da Italo Calvino quando dice che non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni nel cuore. 

 

CHIARA: Ci saranno altri libri prossimamente?

BEATRIX: Qualcosa bolle in pentola… Spero proprio di sì!   

Ed eccoci qua giunti al termine di questa chiacchierata. Mi auguro di essere riuscita a farvi conoscere qualcuno di nuovo. Voi la conoscevate? Fatemi sapere.

Alla prossima avventura. 

Kicca