Buona sera dear readers. Come state? Scusate per la mia assenza ma ero a cantare in accademia. Tre ore di prova... Vi lascio un'altra segnalazione della casa Starlight. Buona lettura


affronta gli altri. Non sa che affezionarsi a lui la condurrà nella corte Unseelie, lì dove abitava
Lucas da piccolo. Lì dove sta la verità.
Trama:
Volevo capire come essere diverso per poterle stare accanto. Volevo che mi scegliesse.
Lucas vive nel mondo degli umani da quando fu scacciato dalla corte Unseelie, a dodici anni.
Possiede dei poteri che una fata non dovrebbe avere e questo rappresenta un grande pericolo per il
regno e per suo padre, Artemios. Non ha bisogno di altro che del suo violino, che suona
divinamente lasciando tutti senza fiato, ma quando s’imbatte in una ragazza capace di tenergli testa
con il suo caratterino vivace e di resistere ai suoi poteri, capisce che può esserci qualcosa di molto
interessante oltre alla musica. Qualcosa per cui, forse, è persino disposto a cambiare.
Hope è una studentessa di Harvard con le giornate sempre piene: tra il corso d’arte, il lavoro
all’acquario e gli studi in biblioteca, il tempo per fare altro si è ridotto drasticamente, ma quando il
professor Rogers le chiede di seguire qualche visita guidata al museo non può tirarsi indietro. Ed è
proprio in questi momenti frenetici di lavoro che conosce Lucas, un ragazzo tanto bello quanto
scontroso. Dolce e unico quando delizia tutti con la sua musica e si preoccupa per lei, arrogante e
odioso quando mostra il lato peggiore di sé.
Man mano che le loro strade s’incrociano, la ragazza comincia ad avvertire la sua sofferenza e il
bisogno di stargli accanto si fa sempre più impellente.
Ma Hope non sa nulla del mondo da cui proviene e affidargli il suo cuore può essere molto
pericoloso...
Estratto:
Quella sera, accomodandomi a terra e fissando il panorama mozzafiato, decisi per il “Canone” di
Pachelbel, il mio preferito. Non era il massimo suonarlo da solo, la melodia in sé richiedeva almeno
tre violini per dare l’effetto acustico necessario, ma poiché non mi stavo esibendo in pubblico non
aveva alcuna importanza. Alla ventesima nota di basso, una scossa elettrica mi attraversò il braccio
destro e io sobbalzai facendo stridere le corde e lasciando cadere l’arco. La mano prese a tremare
incontrollata, mentre dal palmo cominciava a diffondersi un lieve luccichio simile a piccoli raggi di
luce. Posai lo strumento e mi misi in piedi contraendo d’istinto la mascella e chiudendo il pugno per
nascondere quello che stava succedendo.
«Maledizione», imprecai e andai in camera da letto a passo di marcia; non riuscii ad arrivarci
perché la scossa mi riattraversò paralizzandomi le gambe e così facendo persi l’equilibrio e finii a
terra. Percepivo il familiare odore di fiori e terra che preannunciava l’arrivo di una fata, diffondersi
nella stanza, e d’istinto mi irrigidii. Che comparissero proprio quando non avevo il pieno controllo
del mio corpo non poteva essere un caso.
Spero di non avervi annoiato. Domani nuovi post vi aspettano. Intanto vediamo se riesco a metterne un altro stasera.
Kiss, kiss.
Kicca

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