Valentino Meynet



Ciao a tutti carissimi amici. Come state? Io abbastanza bene dai, non mi posso lamentare. Siamo ormai alla metà di luglio passata e il tempo sembra che voli via in un istante. Siete in vacanza? Se sì che cosa vedrete di bello? Io partirò il 27 luglio per andare da mia nonna in Campania. Mi scuso già se per due settimane non sarò così presente ma siccome non vedo nonna dall’anno scorso preferisco dedicarmi a lei per la maggior parte del tempo. Detto questo, vi lascio l’intervista fatta a …. Leggete e scoprite l’autore ( che pizza gli spoiler…)
Buona lettura.

BIOGRAFIA: Io sono nato ad Aosta, il 16 dicembre 1981, vivo a Valtournenche, ho
un gatto che adoro, mi piace leggere e scrivere (libri gialli), faccio
il cuoco e nel tempo libero mi dedico oltre alla scrittura al modellismo, creando i posti in cui ambiento le mie storie.

Single per scelta delle ragazze sono una persona molto timida e riservata.
2006 Il fante di picche
2008 Un nome per un cadavere
2017 La maledizione del Faraone
2020 Morti parallele.




Adesso… via con le domande!

CHIARA: Come mai hai iniziato a scrivere?

VALENTINO: Io dico sempre che le cose brutte portano sempre qualcosa di bello
e il mio avvicinamento alla scrittura è partito proprio da una cosa
brutta. Lavoravo in cucina e mi ero fatto male a due dita, dopo
essermele steccate era impossibile per me andare a lavoro. Avendo
sempre amato leggere ed avendo un sacco di tempo libero mi sono detto:
"Prova a fare una storia tua, così, senza pensieri, un qualcosa per
vedere fino a che punto riusciresti a scrivere un giallo. Poi te lo
tieni li e quando vuoi te lo leggi." E così avevo iniziato a fare,
creato i detective (che all'epoca chiamavo ancora Poirot e Hastings),
il luogo e messo giù qualche idea. Poi quando mi sono ritrovato al
mare a leggere che c'era un concorso per scrittori in erba che scadeva
a fine settembre (io l'ho visto il 13 settembre) ho pensato di
provarci. Rientrato dal mare (era ormai il 15) ho avuto 15 giorni per
scrivere per intero il libro e farlo partecipare al concorso. Non
avevo vinto ma avevo ottenuto una segnalazione e pagando mi avrebbero
stampato il libro. Ho preso tempo e me lo sono aggiustato insieme ad
un mio amico e poi me lo sono stampato da me...

CHIARA: Essendo anche cuoco, fare lo scrittore per te è come un passatempo? 

VALENTINO: Assolutamente si. Lo scrittore per me è un rilassante passatempo,
non potrei mai considerarlo un lavoro, praticamente tutto il giorno
penso alle mie storie, in attesa della notte quando riesco a metterle
su carta...

CHIARA: Racconta di un tuo sogno nel cassetto

VALENTINO: Se poi lo racconto non si avvera :)))... Un sogno nel cassetto?
Diventare famoso ed essere un mito per qualche bambino, mi farebbe
piacere venire poi a saperlo e andare a trovare quel bambino per
portargli il mio ultimo libro. Parlargli e stare con lui per un pò per
fargli capire che ai sogni bisogna sempre crederci. Per lui sarebbe
una cosa stupenda, per me sarebbe ancora più meraviglioso vederlo
felice. Io l'avrei sognato con Agatha Christie, e spero che un giorno
qualcuno possa sperare di incontrare Valentino Meynet, e io possa
aiutarlo a realizzare questo sogno.

CHIARA: Hai sempre creduto nelle tue potenzialità?

VALENTINO: Sono convinto che se una persona ci mette il cuore (in tutto quello
che fa) ottiene sempre i risultati migliori, quindi si. Io ho sempre
messo tutto me stesso in quello che faccio, dalla scrittura, al cuoco,
al modellismo. Poi ho avuto la fortuna che i miei lettori mi hanno
sempre appoggiato e questo è il dono più bello che potessi sperare di
ricevere.

CHIARA: Un augurio agli aspiranti scrittori.

VALENTINO: Beh sono l'ultima persona al mondo che può permettersi di dare
consigli, posso solo dire che auguro a loro di realizzare il loro
sogno e di vedere i loro libri pubblicati. Se l'inizio sarà difficile
non vi preoccupate, lottando prima o poi le soddisfazioni arrivano. Se
posso permettermi sconsiglio a tutti di cedere alle case editrici che
vi chiedono dei soldi per stampare il vostro libro, vi consiglio di
leggere molto (male non fa) e soprattutto di non avere fretta. Io col
Fante di picche avevo fretta di farlo uscire, avessi dovuto scriverlo
ora l'avrei fatto sicuramente diverso e più intenso...

CHIARA: Come è nato il titolo?

VALENTINO: Il titolo del Fante di Picche è nato durante una partita a scala 40
coi miei genitori. Mi mancava proprio quella carta per chiudere e
vincere la partita, ma non riuscivo a "scovarla" nel mazzo. Mi sono
quindi immaginato il mio detective che in mezzo a tanta gente (il
mazzo di carte appunto) doveva trovare il fante di picche (ossia
l'assassino). Ho sempre amato il binomio gialli e carte da gioco ed
era il modo giusto per iniziare questa avventura. Tra l'altro Il fante
di picche era anche un giornalino di Zagor (un fumetto che leggo da
quando ero bambino) e probabilmente anche questo fatto ha influito
volendo omaggiare quella storia.

CHIARA: Come mai ispirarsi proprio alle carte?

VALENTINO: Come dicevo ho sempre avuto un debole per il nesso gialli-carte.
Volevo creare una storia proprio con questo binomio, anche perchè la
pseudo sensitiva che avvertirà Colburn (il detective) del possibile
omicidio a bordo della nave in qualche modo doveva essere avvisata,
per questo ho pensato alle carte. Alla vittima ho dato "la donna di
cuori" per le sue caratteristiche. Ma non è l'unico caso di binomio
carte/libro, il 5 libro la storia sarà totalmente ispirata alle
caratteristiche dei tarocchi :)

CHIARA:  E' stato facile pianificare ogni scena e sotterfugio?

VALENTINO: Assolutamente si, anche perchè come in ogni libro io provo il
delitto prima di scriverlo, ovviamente non uccido nessuno ma, a
insaputa di tutti, creo la situazione clou del delitto e fingendomi
l'assassino/a lo metto in atto per vedere tempi e reazione.
Pianificare le scene? Si, molto semplice, era come se io fossi stato
davvero sulla nave, vedevo nella mia testa i personaggi che si
muovevano con me, che dialogavano e che passavano il tempo alla
ricerca dell'assassino...

CHIARA: Vorrei sapere qualche cosa di più sul passato del detective Colburn.

VALENTINO:  Il passato di Colburn verrà affrontato in un altro libro (di
racconti) dove ci spiegherà alcuni suoi casi, tra cui il suo primo
caso, ci racconterà di quando si è innamorato, ci racconterà di quando
ha incontrato per la prima volta il suo fedele amico Smiley Grant e
dei suoi sogni da bambino. Cos'altro dire, è un amante di Agatha
Christie anche lui, reputa Poirot il suo maestro e il più grande
detective nel mondo (ovviamente nel mondo dei libri lui lo ha
sicuramente conosciuto dal vivo..).Non è sposato, non ha figli, ha
solo uno spiccato senso dell'ordine. Non usa prove scientifiche per
risolvere i suoi casi, si affida alla sua intelligenza e agli indizi
che trova. Ama i gatti (ne ha uno siamese) nello studio di Parigi dove
vive...
CHIARA: Ci saranno altri libri prossimamente?

VALENTINO: Assolutamente si. Oltre ai primi 4 che sono già usciti (Il fante
di picche, un nome per un cadavere, la maledizione del Faraone e Morti
Parallele) ci sono altri 5 libri già scritti per intero e pronti per
essere stampati, inoltre ci sono altri 4 libri da scrivere di cui ho
già le idee... Ma attenzione, Colburn non sarà presente in tutti i
libri, per esempio dopo le fatiche del 4 (e prima del 6 a mio dire il
migliore per il momento) Colburn si prenderà un periodo di vacanza, il
quinto libro infatti non lo vedrà protagonista, al suo posto ci sarà
un ragazzo della Valle d'Aosta accusato di omicidio che cercherà con
l'aiuto di sua zia di scagionarsi, il tutto mentre dovrà scegliere la
donna della sua vita. Il nome di quel ragazzo? Valentino Meynet....

Ed eccoci qua, giunti al termine di questa chiacchierata telematica. Mi ha fatto davvero piacere poter scoprire qualche cosa in più e spero di poterti ringraziare personalmente. Spero di avervi fatto scoprire qualcuno di nuovo e se vi ho incuriositi…scrivetegli! Valentino sarà sicuramente lieto di rispondere alle domande.

Alla prossima avventura amici!




Kicca

Commenti