Intervista:Nina J.Alexander

Buona sera a tutti miei carissimi amici. Come state? Io abbastanza bene dai. Oggi sono iniziati i recuperi a scuola prima che ci siano le fatidiche verifiche. Comunque io sto continuando le mie letture e devo dire che sono piuttosto soddisfatta. Volevo anche dire che per chiunque abbia bisogno per una revisione del testo io proverò ad esserci provando a fare del mio meglio. Questa sera sono qui per presentarvi un’altra autrice emergente che mi ha dedicato parte del suo prezioso tempo: si tratta di Nina J. Alexander. I miei più sentiti grazie cara Nina. Buona lettura a tutti!
BIOGRAFIA: Sono nata e cresciuta in Italia, in un piccolo, piccolissimo paese dell’entroterra marchigiano.
Ho avuto la fortuna di avere una mamma che mi leggeva storie tutte le sere. Sono venuta su così, a pane e libri. Uno dei giochi preferiti, mio e di mia sorella, consisteva nell’incartare in vecchi fogli di giornale i libri che avevamo sul mobile in corridoio. Li confezionavamo minuziosamente e, fingendo di regalarceli, provavamo quella smania e quel sottile piacere nello strappare la carta, per scoprire, poi, sempre gli stessi volumi: Favole di Esopo, La Divina Commedia del papà, i saggi di Piaget della mamma, i Topolino.
Ancora oggi un libro resta il regalo migliore che io possa ricevere.
A undici anni il primo incontro col Fantasy: nella biblioteca scolastica c’era una copia malconcia de “Lo Hobbit” di Tolkien. È stato subito amore.
Non dirò che ho cominciato a scrivere a otto anni, come accade a tanti, perché non è così. Avevo immaginazione, sì, creatività, ma non riuscivo a scegliere come incanalarle.
Al diploma all’Istituto d’Arte è seguita una Laurea in Scienze dei Beni Storico-Artistici a Perugia, anni di cui ricordo soprattutto il freddo, il gruppo di studio che avevamo battezzato “La setta di Teodolinda” e il freddo.
 Ho cantato in un coro, recitato in una compagnia teatrale, partecipato a rievocazioni medievali come ceramista e scritto poesie anonime (di cui ancora mi vergogno profondamente) pubblicate nella rivista scolastica  ma per mia madre sono e resto un’inguaribile pigrona (ma ti amo lo stessomammetta).
Trasferirsi a Roma è stata una necessità, più che uno sfizio: bramavo quelle strade, quei tramonti, quella gente sempre smaniosa di arrivare da qualche parte. Proprio io, che vengo da un paese di cinquecento persone. Qui ho terminato gli studi, mentre lavoravo come cameriera, con una Specialistica in Storia dell’Arte alla Sapienza; qui ho conosciuto mio marito, e ho costruito il mio nido. E nel mio nido, finalmente libera da tomi obbligatori e dispense, è tornato l’amore per i libri che, dopo un po’, ha portato la voglia di raccontare storie.
Per questo ho scritto un libro, perché volevo raccontare una storia che avevo in mente e, se dovesse venirmi bene, penso che mi piacerebbe continuare a farlo.



CHIARA: da quanto tempo scrivi?
NINA: Ad eccezione di un unico, infruttuoso tentativo a diciannove anni, in cui tentai di scrivere un Fantasy (un barcollante progetto che naufragò in pochi mesi), non mi sono mai applicata con convinzione alla scrittura, neanche per i bigliettini augurali natalizi. Questa è la prima, vera volta, in cui scrivo qualcosa e sono felice di aver provato, perché mi ha fatto capire che mi piace farlo .

CHIARA: se fossi un personaggio del libro chi saresti?
NINA: Se la domanda è intesa in generale, senza dubbio Jane Eyre. Se invece alludi a Elemental, ho dato al personaggio di Hermes molti dei miei tratti caratteriali, motivo per cui gli sono affezionata in modo particolare.

CHIARA: quali sono i tuoi generi di lettura preferiti? 
NINA: Amo i grandi classici della letteratura, l'High Fantasy e l'Urban Fantasy, ma non disdegno i gialli né la narrativa contemporanea.

CHIARA: ti saresti mai aspettata di pubblicare un tuo scritto? 
NINA: Ho coltivato una speranza, non mi aspettavo nulla. Il mio desiderio era pubblicare con una CE che dedicasse del tempo al mio libro per la revisione, permettendomi di crescere e di imparare qualcosa da questa esperienza. Ho scritto Il Risveglio della Quintessenza in sei mesi, l'ho inviato a una manciata di Case Editrici e quattro si sono offerte di pubblicarlo. L'ho considerato un buon segno.

CHIARA: un augurio agli aspiranti scrittori
NINA: Scrivete per voi stessi e fatelo bene. Non gettatevi a capofitto nella possibilità del self publishing, non c'è crescita senza un confronto con una buona correzione di bozze e un serio editing.

CHIARA: parlando del titolo: come mai questa scelta? il sottotitolo è esplicito e implicito allo stesso tempo: è stata una scelta voluta?
NINA: L'ho scelto d'istinto, ho provato a vagliare anche altre opzioni ma nella mia testa ormai era fatta.

CHIARA: Mi piacerebbe sapere qualche cosa di più rispetto al passato di Sal, l'elementale del fuoco
NINA: Il personaggio di Salamanca sarà sviluppato in modo più ampio nel secondo libro,  in cui spero di soddisfare le tue aspettative.

CHIARA: ci saranno altri libri?
NINA: Il titolo esatto dell'opera è: Elemental - The Water Tales: Il Risveglio della Quintessenza, ed è il primo libro della trilogia incentrata sull'Elementale dell'Acqua. Quindi sì, ci saranno altri libri a completare questa prima storia, per ora il progetto è in lavorazione.

CHIARA: Mi piacerebbe sapere qualche cosa di più anche sul mio paladino, ossia lo stregone misterioso.
NINA: Sul passato dello stregone non abbiamo molte informazioni, perché molti dei suoi ricordi sono andati perduti con l'incantesimo che ha subito (non scendo nei dettagli per evitare spoiler a chi ancora non l'ha letto). Tuttavia, possiamo basarci su quello che è oggi: (spoiler) dimostra all'incirca vent'anni, è stato un elementale, crede nell'amore ed ha dei valori. Anche il suo personaggio verrà approfondito nel prossimo libro.

CHIARA:  perché Ida ha celato il segreto di Geb a tutti?
NINA: Perché come disse Tony Stark parlando di Nick Fury in Avengers "I suoi segreti hanno segreti."
A Ida non interessa che tutti siano a conoscenza dell'intero piano su cui si lavora, le preme invece che ognuno porti a compito la propria parte di missione al massimo delle possibilità.

CHIARA: sembra che per lei lui fosse un figlio acquisito e non naturale. Puoi rivelare di più a riguardo?
NINA: Ida è un personaggio ambivalente: da una parte è il mentore a cui chiedi consiglio e sostengo ma, dall'altra, è la rappresentazione dell'ancien régime da cui emanciparsi. Quando ha trovato Geb ha capito subito di avere davanti un elementale, benché fosse solo un bambino. Deve aver pensato che il modo più semplice per avere una presa su di lui sarebbe stato imporsi come madre. Gli ha riversato addosso più aspettative che amore materno ma, probabilmente, si è anche concessa di amarlo, in un modo che non aveva preventivato.
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Alla prossima my readers. See you soon.


Kicca

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