Luca Tozzi, Sara Carpani

Buongiorno a tutti carissimi amici lettori. Come state? Io abbastanza bene dai, non mi posso affatto lamentare. Ho deciso di cambiare lingua e di studiare francese al posto del russo. E’ stato bello e piacevole sino a che è durato ma penso sia stata la scelta più giusta che potessi fare perché non trovavo lo stimolo che mi spingesse a studiarlo. Il francese invece è sempre stata una lingua che ho reputato elegante. Infatti se penso all’eleganza è la prima lingua a venirmi in mente. Oggi dopo tanto tempo riesco a tornare con una nuova intervista: vi presento infatti Luca Tozzi e Sara Carpani, autori della raccolta "L’amore a 126 cm da terra” Siete curiosi? 

 Se sì non vi resta che proseguire nella lettura. 
 Adesso vi renderete meglio conto del cambiamento… spesso troverete due voci al posto di una Dunque… iniziamo! 

CHIARA: Da quanto tempo sei nel mondo della scrittura? 

LUCA: Ho cominciato a scrivere per ragazzi nel 2015. le prime cose erano filastrocche e testi per canzoni. Il mio primo libro, “Il cerchio quadrato e altre filastrocche geometriche”, è stato pubblicato con Einaudi nel 2018. 

SARA: “L’amore a 126 cm da terra” è il mio primo libro come autrice! 

CHIARA: Da quanto tempo illustri? 

SARA: Dal 2018. Il mio primo libro come illustratrice, “Mia mamma è un albero, mio papà un orso”, con testo di Luca, è uscito per Leone Verde nel 2019. 

CHIARA: Come mai hai iniziato a scrivere? 

LUCA: Quando è nata mia figlia Anna, essendo musicista, ho iniziato per gioco a scrivere testi di canzoni per bambini. All’inizio lo facevo per lei, poi mi sono reso conto che mi ci divertivo molto. Dopo le canzoni sono arrivate le prime filastrocche, le poesie, i racconti e i testi per albi illustrati. 

SARA: Chissà, non ricordo. Da ragazza scrivevo racconti per me. Quando sono nati i miei figli, ho scritto per loro. Non ricordo neppure quando ho iniziato... Ma solo nel 2018 mi sono data qualche regola, frequentando la scuola di scrittura “Bottega finzioni”, dove ho incontrato Luca. 

CHIARA: Come mai hai iniziato ad illustrare? 

SARA: Anni fa frequentai vari corsi di fumetto. Mi stavo avviando verso quella carriera, quando la vita - e due figli! - decisero di portarmi altrove. Molti anni dopo, poiché il braccio continuava a dolermi e senza scrivere non riuscivo a stare, mi sono iscritta a Bottega Finzioni. Tra i vari corsi, c’era quello di albo illustrato. La docente, Cristina Petit, scrittrice, illustratrice e allora editor di Leone Verde, ci ha chiesto uno storyboard del nostro progetto... e ha visto nei miei schizzi qualcosa di me che nemmeno io ricordavo di possedere. Quando il destino bussa alla porta... 

CHIARA: Vi sareste aspettati tutta questa risonanza e apprezzamento della vostra opera? 

LUCA: Scrivo libri da poco tempo e quindi non so mai cosa aspettarmi di preciso. Di sicuro non pensavo di vincere il premio Rodari. É stata una gioia immensa, anche perché da bambino adoravo le sue rime e i suoi racconti.

 SARA: Proprio no, davvero! Per una esordiente come me, è stata una sorpresa inaspettata e meravigliosa. 

CHIARA: Vorrei conoscere i vostri generi letterari preferiti e un consiglio su una lettura che tutti, almeno una volta della vita si debba fare 

LUCA: Amo tantissimo i racconti. Se devo consigliare un grande classico di questo genere penso subito a “60 racconti” di Buzzati. Adoro la sua capacità di riuscire a far immergere il lettore nell’atmosfera della storia fin dalle primissime righe. Pensando invece a qualcosa di più recente rivolto a lettori più giovani, mi viene in mente “La prima volta che...” edito da Il Castoro e scritto da autori vari. In ogni storia il protagonista è una adolescente alle prese con una sua “prima volta”: il primo bacio, il primo rifiuto, il primo viaggio fatto da soli, etc...

SARA: Per anni, gli anni magici di quando si è ragazzi e le letture ti si scolpiscono nella mente, mi sono cibata di classici. Tra tutti Herman Hesse, che ho sempre sentito tremendamente affine a me. Dovessi dire: - leggi questo e poi muori! - direi Narciso e Boccadoro. Negli ultimi anni ho amato molto Neil Gaiman. 

CHIARA: Da che cosa ha avuto origine questa opera? 

LUCA: è un’idea di Sara, bisogna chiederlo a lei. 

SARA: Da bambina ( e non solo) ho subito il condizionamento dello stereotipo di amore romantico, dominante in quegli anni (‘80) forse ancora più di adesso. Sono cresciuta convinta che amare significasse conquistare uno sconosciuto come ne “la Sirenetta”, e comunque pensavo che l’amore fosse relativo a un semplice ribollire di emozioni, alla “Dirty dancing”. Pensiamo che i bambini non abbiano alcun parere a proposito di questi argomenti, ma in realtà già da piccolissimi iniziano a formarsi un’opinione, e il condizionamento dell’arte gioca un ruolo fondamentale. L’amore è un argomento sterminato, inafferrabile, multiforme e in continua evoluzione. Permea le nostre vite e tutti i nostri rapporti. Relegarlo a una sola forma è decisamente fuorviante. L’idea di questa raccolta nasce proprio dal desiderio di offrire ai bambini un piccolo e nient’affatto esaustivo campionario di quello che è l’amore... quantomeno, di quello che è secondo gli autori del libro! 

CHIARA: Mi piacerebbe sapere come mai nel titolo si trova riferimento all’altezza pari a 126 cm 

LUCA: Volevamo dichiarare, fin dal titolo, la nostra intenzione di parlare dell’amore rivolgendoci direttamente ai bambini. I 126 cm sono l’altezza ideale di un ipotetico lettore. Perché abbiamo scelto proprio 126? Perché ci suonava bene. 

SARA: Esatto! 127 stava male. Non parliamo di 120... 

CHIARA: Qual è stata la filastrocca che ha creato maggiori difficoltà nella realizzazione? 

LUCA: C’è una filastrocca sulla gelosia sulla quale abbiamo lavorato tantissimo e che alla fine abbiamo scartato perché non ci soddisfaceva completamente. É un peccato, perché quel tema è rimasto escluso dal libro. 

SARA: Proprio così. Le filastrocche che ci hanno creato maggiori difficoltà sono quelle che non leggerete, perché la loro realizzazione si è fermata a metà. Per ottenere la raccolta che leggete, c’è stato un grande lavoro di selezione, perchè ogni singola poesia doveva convincere entrambi. Quante sono le filastrocche lasciate a metà? Tantissime! Almeno altre trentatrè... 

CHIARA: Qual è stata l’illustrazione più complicata? 

SARA: Il collezionista! Ci ho messo una vita... 

CHIARA: Vorrei che mi diceste in quale componimento vi rispecchiate maggiormente e perché? 

LUCA: Penso “La prima volta che”, perché è autobiografica. Racconta della prima volta che ho capito di piacere a qualcuno. Fu una sensazione sconosciuta: un ribollire e un rimescolarsi dentro di me di cose nuove alle quali non sapevo ancora che nome dare. Sono molto affezionato a questa filastrocca. 

SARA: “eppure ti amavo”, perché tratta di un tema col quale mi confronto continuamente: la difficoltà a entrare in empatia con l’altro e a comprenderne i bisogni veri. Ma anche “Cuore di lupo” che è quella che sento più mia di tutte... da brava montanara! 

CHIARA: Ci saranno altre opere che vedranno la vostra collaborazione prossimamente?

 LUCA: Abbiamo appena terminato un albo illustrato. É una leggenda che spiega come il Panda, che una volta era molto diverso, sia diventato l’animale che conosciamo. É un albo particolare perché mescola diversi stili. A sinistra ho delle quartine in rima in endecasillabi mentre a destra i personaggi parlano con i baloon come in un fumetto. É una storia ambientata nell’antica Cina, Sara ha eseguito delle tavole meravigliose e non vedo l’ora che lo possiate vedere! 

SARA: Per le filastrocche invece, bisognerà aspettare un pochino. Almeno fino a quando riprenderà a dolerci il braccio... 

Ed eccoci giunti al termine di questa chiacchierata. Ringrazio di cuore i due autori per la disponibilità e vi invito a fare delle domande se siete curiosi. Vi invito caldamente anche a recuperare questa meravigliosa raccolta. Alla prossima avventura. Kicca

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