Intervista: Diego Cigolini



Buongiorno a tutti carissimi amici. Come state? Io abbastanza bene direi dai. Oggi sono piuttosto contenta perché sto andando al Salone del libro. Ho da poco preso il treno e non vedo l'ora di arrivare. Solamente oggi ho un sacco di nuove persone da incontrare tra blogger ed autori.
Mi rende felice perché posso scoprire qualche persona con interessi affini ai miei.
Siccome ho da passare tre ore qua sopra ne approfitto per farvi conoscere un nuovo autore.
Oggi vi parlo di Diego Cigolini.
Ringrazio davvero di cuore l'autore per avermi concesso del tempo prezioso e per aver risposto a delle domande.
Buona lettura

BIOGRAFIA: Diego Cigolini, nato verso la fine degli anni 70, vive a Pontevico in provincia di Brescia.
Dopo aver lavorato per più di 20 anni nel mondo della cooperazione dove, tra varie mansioni, ha affiancato i detenuti del carcere di Verziano per un progetto di reinserimento sociale, ora si occupa di produzione di raccorderia idraulica.
Ama le storie fantasy, i fumetti, i video games, il cinema e la musica. Una sua grande passione: il tennis che lo pratica a livello agonistico.
Dopo essersi cimentato nel 2014 con "Evan, il progresso e la minaccia umana", nel 2017 pubblica "Le Gocce", un romanzo poliziesco.
Attualmente, Diego, sta lavorando ad un nuovo romanzo che vedrà la luce con l'inizio del nuovo anno.



E ora... passiamo alle domande!

CHIARA: Da quanto tempo scrivi?

DIEGO:Ho iniziato a scrivere nel 2012 il mio primo lavoro : “Evan, il progresso e la minaccia umana”. Il libro l’ho terminato nel 2013 e pubblicato nel 2014.

CHIARA: Perché hai iniziato a scrivere?

DIEGO: Ho iniziato a scrivere perché, fin da piccolo, mi piaceva inventare storie, ma non ho mai avuto il coraggio di riportare una mia storia su carta. C’è stato un momento nella mia vita, caratterizzato da una serie di eventi, che mi ha dato ciò di cui avevo bisogno. Sono riuscito ad andare oltre un mio limite.

CHIARA: Ti saresti mai aspettato di pubblicare qualche cosa di tuo?

DIEGO: Sinceramente no. Ho sempre pensato che tutto sarebbe rimasto in un mio cassetto.

CHIARA: Da chi hai preso ispirazione?

DIEGO: Non ho avuto alcuna ispirazione. Un giorno ero sotto la doccia e, mentre l’acqua scorreva, mi è arrivata in mente questa storia.

CHIARA: Un augurio agli aspiranti scrittori.

DIEGO: Un mio augurio, sia per gli aspiranti scrittori, che per qualsiasi altra grande sfida che la vita ci pone davanti, è di non fermarsi mai e di osare sempre, anche se le delusioni sono sempre dietro l’angolo, ma fanno parte del “gioco”.

CHIARA: Come mai la scelta del titolo è ricaduta proprio su Gocce?

DIEGO: La scelta del titolo “Le gocce” in realtà non arriva da me, ma da Daniel. E’ stato lui, con la sua particolare caratteristica e forma di sofferenza, a farmi prediligere queste due parole.

CHIARA: È una storia autobiografica?

DIEGO: No, non è una storia biografica. La cosa strana o, se vogliamo chiamarla coincidenza, dopo che ho scritto il romanzo, ho ricevuto un’offerta di lavoro come gestione della produzione presso il carcere di Verziano (BS) per seguire un progetto di reinserimento sociale. Ho accettato ed è stata un’esperienza bellissima durata otto mesi.

CHIARA: Cosa vede Bennet nel suo condannato che lo trattiene a non lasciarlo andare in balia degli eventi?

DIEGO: Sicuramente l’esperienza e, soprattutto, il sesto senso dell’ ispettore Bennet lo hanno spinto ad indagare sempre più profondamente nella vita del detenuto Daniel Anderson. Lo sguardo di Daniel è stato poi determinante.


CHIARA:  Mi piacerebbe avere qualche dettaglio in più sui protagonisti della storia.

DIEGO: Ti posso dire che i due protagonisti sono raffigurati, all’interno del romanzo, grazie all’artista Serena Della Bona, che ha realizzato tutte le immagini, copertina compresa, del libro. Io ho deciso quali  parti del racconto dovevano essere trasformate in disegno lasciando in totale autonomia la realizzazione dell’immagine. Siamo stati molto contenti del risultato.

CHIARA:Ci saranno altri libri prossimamente?

DIEGO:Al momento sto scrivendo un nuovo romanzo e, come obiettivo temporale per terminarlo, mi sono imposto entro la fine dell’anno. Come tutti noi scrittori emergenti, credo, dobbiamo far coincidere la scrittura con il lavoro, non essendo la stessa cosa, dobbiamo far incastrare bene quel poco tempo libero che disponiamo. Credo sia così anche per gli altri.

Siamo giunti alla conclusione di questa intervista.
Spero che vi sia stata utile e che l'abbiate trovata di vostro gradimento.
Ringrazio ancora Diego per la disponibilità, nella speranza di poter collaborare nuovamente.
Alla prossima avventura.


Kicca


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